Etimologia e Stemma civico
I documenti più antichi nei quali ricorre il nome di Galatone risalgono al sec. XIII. Le forme più frequenti sono: Galatana, Galatoni, Galatula, Galatola, Galatone, ma pure Galatena, Galatine, Galatia.
Una tradizione raccolta e perpetuata dal Galateo ha costituito la fonte di quanti hanno genenricamente sostenuto il nome del paese sia da attribuire a quel monopolio di profughi tessali i quali, per scampare alle rappresaglie del console romano Tito Quinto Flaminino, Vincitore a Cinocefale, sarebbero qui riparati nel 197 a.C. e vi avrebbero rifondato la natia GALATANA.
Tale ipotesi, però, non gode di alcun supporto documentario.
Tuttavia, ciò non ha impedito ad alcuni che di questo paese si sono interessati di riconoscere nel suo topoi la radice greca γάλα = latte, e di dedurre che quegli oriundi macedoni si fossero dedicati prevalentemente alla pastorizia.
In conclusione, I Galati sarebbero discesi da antichi profughi della tessalica Galatana ovvero della famiglia dei Galati.
Alla etimologia di Galatone si lega pure il suo originario stemma civico. Alcuni cultori di patrie memorie affermano, infatti, che esso era costituito da una pecora con un secchio di latte al collo.
A consolidare questa ipotesi ha contribuito, molto probabilmente il noto poeta seicentista Giovan Pietro D’Alessandro (1574-1649). Un suo componimento di intonazione virgiliana, riproponendo le ascendenze arcadiche della Galatone primitiva, ha accreditato al piccolo rustico centro uno stemma col latte e la pecora:
Dum fuit arce rudis tibi, gens galatea, sed omni labe carens, aderat lac tibi stemma et ovis
Il poeta è persuaso che colui che l’aveva scelto, aveva dovuto pensare ai rudi e incontaminati costumi dei suoi antichi abitatori. Via via che quelli crebbero ed avanzarono sulla via del civile progresso, ritennero di dover sostituire una lucida fiamma allo stemma iniziale; i suoi guizzi verso l’alto ben esprimevano l’inarrestabile elevazione del popolo galateo.
L’attuale stemma civico di Galatone è una Fiamma sormontata da una corona araldica. La sostituzione di essa all’originaria “pecora con secchio di latte”, sarebbe avvenuta nel 1484, subito dopo l’invasione veneta di Terra d’Otranto. “Ed allora fu – scriva Giancamillo Frezza – che agli Galatei fu concesso di permutare il loro originario stemma in una fiamma vivacissima da indicare la fermezza, il valore, e la vivacità del loro animo”.
[Tratto da: GALATONE ANTICA MEDIOEVALE MODERNA origine e sviluppo di una comunità meridionale (Vittorio Zacchino)]